ONOFRIO MARTINELLI

Mola di Bari 1900 – Firenze 1966

Dopo gli studi classici compiuti tra Bari e Firenze, si trasferisce a Roma, dove dal 1918 studia matematica all’Università. Abbandona gli studi per dedicarsi alla pittura ed è tra i frequentatori della “terza saletta” del Caffè Aragno. Dal 1921, insieme al corregionale Emanuele Cavalli, frequenta lo studio di Felice Carena, che continuerà a seguire anche nella scuola d’arte aperta con Attilio Selva e Orazio Amato tra Roma e Anticoli Corrado. Nel 1925 si trasferisce a Parigi, ospite di Filippo de Pisis, e stringe amicizia con Giorgio de Chirico e Gregorio Sciltian. Nel 1927 si avvicina al gruppo “Les Italiens de Paris” (de Chirico, Severini, Campigli, de Pisis, Savinio , Paresce, Tozzi) e incontra gli amici Fausto Pirandello, Emanuele Cavalli e Francessco Di Cocco. Comincia quindi a partecipare ad importanti esposizioni di carattere internazionale, come la Biennale di Venezia del 1930.

Nel 1931 ritorna in Italia, muovendosi tra Roma, Firenze, Genova e la natia Puglia, dove è attivo come organizzatore di mostre e promotore del rinnovamento dell’ambiente culturale locale. Le nature morte di quel periodo, come “Ulalume” del ’36 e “Il marmo nero” ’37, risentono dell’influsso di Colacicchi e De Pisis. I grandi quadri di nudi sono vicini alle suggestioni culturali e archeologiche di Cagli, Capogrossi e Cavalli con Composizione di nudi, 1937-38; I giganti, 1938. Nel 1941 sposa la pittrice Adriana Pincherle, sorella di Alberto Moravia, e si stabilisce a Firenze dove ottiene “per chiara fama” una cattedra all’Accademia di Belle Arti. Espone regolarmente alle Quadriennali di Roma e alle Biennali di Venezia. Nel 1956 ha una sala personale, e la giuria, presieduta da Roberto Longhi, gli assegna un premio.

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