Renato Mazzacurati

RENATO MARINO MAZZACURATI

San Venanzio di Galliera (Bologna) 1907- Parma 1969

Sin da giovanissimo impara il mestiere frequentando gli studi dello scultore Scanapia e del pittore Beccaluva, e consolida la sua formazione lavorando presso un parente scalpellino nel Veneto. La probità artigianale derivata da questa prima fase è ricordata da Mazzacurati con la massima considerazione. L’esordio avviene nel 1925 alla Mostra d’arte triveneta. Nel 1926 a Roma, frequenta la scuola libera del nudo all’Accademia; conosce ScipioneMafai e la Raphaël, formando con loro quel sodalizio che Longhi chiama la Scuola di Via Cavour. Alcuni paesaggi e nature morte di quegli anni richiamano il mondo morandiano. Alla fine degli anni Venti è assistente di Arturo Martini nello studio di Villa Strohl-fern; intorno al ’30, a causa di necessità contingenti, lavora come scultore funerario, mettendo a frutto il suo collaudato virtuosismo. I primi anni Trenta sono densi di attività: fonda con Scipione la rivista “Fronte”, illustra i Canti orfici di Campana, e soggiorna a Parigi per alcuni mesi, guardando alle varie tendenze della scultura. Questi influssi conferiscono alle sue composizioni un dinamismo inquieto e drammatico, in cui la purezza stessa del segno rifiuta di comporsi classicamente. Emblematica, a questo riguardo, è la serie dei piccoli nudi in bronzo dei primi anni Trenta. Tra il 1934 e il 1935 si ritira a Gualtieri, in Emilia, per approfondire il linguaggio della scultura che da allora diviene per lui pressoché esclusivo. Durante questo soggiorno è tra i primi ad aiutare materialmente, incoraggiandolo nella pittura, Antonio Ligabue, il più noto naif italiano. Nel 1936 si trasferisce definitivamente vicino a Civitavecchia dove fa la spola con Roma, e nel 1942 espone alla Galleria di Roma con GentiliniStradone, Natili e Monti. Negli anni della guerra il suo stile, già improntato a un vigoroso realismo, assume sempre di più i toni di un violento espressionismo, spinto fino a una carica grottesca e caricaturale che ricorda Daumier, come nelle serie della Strage degli innocenti degli Imperatori e delle Gerarchie. 

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