ELEUTERIO RICCARDI

Colfelice 1884 – Roma 1963

Formatosi a Roma nella cerchia di Giovanni Prini, vi apprende il mestiere di scultore esponendo per la prima volta in pubblico già dal 1905, in un periodo in cui nella capitale le istanze simboliste si fondono alle tematiche del “socialismo umanitario”. Spirito irrequieto, attratto anche dalla pittura, nel 1912 viaggia fino a Berlino, dove nel 1914 vede una memorabile mostra di Vincent Van Gogh. Le opere eseguite tra il 1914 e il 1918 sono originate dal tentativo di coniugare l’espressionismo di Van Gogh a certi aspetti dell’avanguardia futurista, senza dimenticare la lezione della tradizione italiana.

Partecipa alle ultime due mostre del gruppo della “Secessione” romana: a quella del 1916 è presente con sette opere, alcune delle quali entrano nella collezione di Olga e Angelo Signorelli. Con un nucleo di disegni “futuristi” è presente alla Mostra Nazionale di Bianco e Nero a Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 1917. Nel 1918 tra maggio e giugno organizza con Mario Recchi alla romana Galleria dell’Epoca la Mostra d’Arte Indipendente, una importante collettiva nella quale espone sette dipinti e sei sculture.

Dal 1921 al 1925 è a Londra, dove diviene uno dei più apprezzati ritrattisti di politici, collezionisti e personaggi dell’aristocrazia. Si susseguono mostre alla Royal Academy, alla Leicester Gallery e alla Goupil Gallery. Esegue due monumenti all’Onorevole Montagu per Bombay e Calcutta. Amico di poeti e musicisti, dipinge il ritratto del Maestro Alfredo Casella, plasma i ritratti di Poeta Nicola Moscardelli, Bruno Barilli, Ferruccio Scattola e quello – in legno – di Corrado Alvaro. Nel 1931, alla prima Quadriennale, espone il marmo Ritratto della signora Dettori e il gesso La madre dell’eroe. Alla III Sindacale romana del 1932 si presenta come pittore e scultore. Alla II Quadriennale Romana (1935) è presente con Attesa e Fanciulla, due opere monumentali in marmo e pietra. Nel 1940 tiene una mostra personale a Milano. Ancora la pittura lo attrae maggiormente negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale. Nel 1960, alla Quadriennale, espone un bassorilievo astratto in ceramica verde. Di carattere inquieto, Eleuterio Riccardi ha spesso distrutto le proprie sculture, fatto che rende oggi difficile comprende appieno la complessità del suo lavoro.

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