DOMENICO GNOLI: una retrospettiva alla Fondazione Prada di Milano

Dal 28 ottobre 2021 al 27 febbraio 2022 si è tenuta la mostra personale del pittore Domenico Gnoli nella sede milanese della Fondazione Prada: un progetto concepito originariamente da Germano Celant, sviluppato in collaborazione con gli archivi del pittore a Roma e a Maiorca e con un allestimento a cura dello Studio 2×4 di New York. Una retrospettiva che ha raccolto più di cento opere, dagli esordi della fine degli anni Quaranta alle ultime opere del 1969, poco prima della sua scomparsa: pitture e illustrazioni, accanto a materiali e documenti storici, hanno ripercorso l’intera carriera artistica del pittore romano. 

Se la grafica racconta di mondi fantastici e surreali, di creature ibride e immaginarie, la produzione pittorica ha sempre inevitabilmente guardato al reale: non a un reale “esterno”, quello del mondo tangibile, ma un reale “interno”, quello della mente dello stesso artista. Se la pittura è un doppio della realtà, il doppio che Gnoli ci offre non è uguale al primo originale perché è integrato dei suoi stessi sentimenti: l’osservazione di un muro, di una scarpa o di una mela innesca un percorso introspettivo nell’artista che comporta un’operazione di riflessione del suo stesso pensiero sull’oggetto indagato. Riflessione che diviene sostituzione perché, come afferma lo stesso Gnoli, “quando osservi tanto una casa poi non vedi più la stessa casa, vedi i tuoi sentimenti.” Cosicché il muro, la scarpa o la mela sono ricostruiti non solo intrisi di sabbia – che l’artista mescola assieme al colore per ottenere un risultato realisticamente materico – ma anche del vissuto più intimo dell’autore stesso, del suo sguardo e del suo spirito. 

Il bellissimo allestimento dei macro dettagli degli anni Sessanta, riuniti insieme nel piano inferiore del Podium, permette di entrare nel mondo interiore di Gnoli: le cravatte e i colletti di camicie, l’arredo della casa così come i riccioli e le acconciature femminili offrono la possibilità di indagare la sua dimensione più profonda, la “sua” realtà, e codificano linguaggio del tutto individuale e che diviene la sua cifra inconfondibile, indipendente e inclassificabile proprio perché espressione della sua più specifica intimità.

Valeria La Marra 

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