“ Precisione realistica di contorni, solidità di materia ben poggiata sul suolo e intorno come un’atmosfera di magia che faccia sentire, traverso un’inquietudine intensa, quasi un’altra dimensione in cui la nostra vita si proietta”.
Così Massimo Bontempelli definisce il movimento italiano del Realismo Magico.
“Realismo Magico. Uno stile italiano” è il titolo della mostra tenutasi dal 19 Ottobre 2021 al 27 Febbraio 2022 presso il Palazzo Reale di Milano, a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli.
Si è scelto di presentare le opere in ordine cronologico e di operare un focus sul momento di maggior vigore di questo movimento, ossia gli anni compresi tra il 1919 ed il 1935. Ogni opera è emblematica di un tema, di una vicenda o di un autore legati al Realismo Magico. La mostra si apre subito con una pietra miliare: Felice Casorati, Silvana Cenni, 1922. Si parte quindi dalla definizione e dai caratteri di questa nuova interpretazione del quotidiano. Ciò a cui si aspira è una pittura che, memore del passato quattrocentesco, soprattutto di Masaccio e Piero della Francesca, quindi pregna di nitidezza e geometria, punti a restituire allo stesso tempo un senso di meraviglia, come davanti ad un’inspiegabile rivelazione.
Realismo Magico non è che una declinazione del più ampio Ritorno all’ordine, che si opera in tutta Europa alla fine della Prima Guerra Mondiale. Sono esposte opere di alcuni dei Sette Pittori del Novecento, gruppo formato da Margherita Sarfatti nel 1922, tra cui Mario Sironi, con l’Allieva. Quest’ultima sarà anche esposta alla XIV Biennale di Venezia in cui compariranno altre grandi opere come Il doppio ritratto, Casorati; Le amiche di Oppi; Ottobrata di De Chirico, anch’esse esposte al Palazzo Reale. Sempre in questo panorama di un generale ritorno alla tradizione, al mestiere, rientrano artisti della cosiddetta Scuola Romana, come per esempio Ferruccio Ferrazzi di cui a Milano vediamo esposta un’opera.
Insieme alle opere italiane si trovano anche confronti con artisti tedeschi della “Neue Sachlichkeit”, ossia della Nuova Oggettività. Nel 1925 il critico tedesco Franz Roh scrive “Postespressionismo: Realismo Magico” libro che darà il nome al movimento pittorico italiano tra le due guerre. Si cerca di trovare analogie ed allo stesso tempo differenze tra la declinazione italiana e quella tedesca del movimento.
L’idea è quella di puntare una lente d’ingrandimento sul movimento del Realismo Magico, descriverne i caratteri ed esporre i suoi momenti più alti, senza però sottrarlo al più grande panorama artistico italiano e non solo.
Alessandra Perna