Cesarina Gualino, Ritratto di Libero de Libero, cm. 38x30, olio su tavola. Roma, Archivi Gualino.

LIBERO DE LIBERO

Fondi (Latina) 1906 – Roma 1981

Si stabilisce a Roma nel 1927, laureandosi in giurisprudenza. Nel 1928 insieme a Luigi Diemoz fonda il quindicinale “Interplanetario” (vi collaborano Corrado Alvaro, Massimo BontempelliAlberto Moravia). Dall’inizio degli anni Trenta collabora a “Belvedere” e a “L’Italia Letteraria” come critico d’arte.
La sua prima attività poetica si colloca nell’ambito dell’ermetismo. La prima raccolta, Solstizio, è pubblicata da Ungaretti sulle pagine di “Novissima” al tre raccolte sono: Proverbi (1937), Testa (1938), Eclisse (1940). Anche dopo la guerra la produzione di poeta, narratore e saggista (culminata nei saggi Mafai, 1949; I volti di Masaccio, 1956; Maccari, 1976), è di vasto respiro. Ricordiamo qui soprattutto i numerosi e sparsi contributi volti a chiarire aspetti e problemi del tempo della scuola romana, di cui è fra i protagonisti in campo letterario, a contatto con i maggiori avvenimenti artistici del tempo. Assiduo frequentatore della “terza saletta” del Caffè Aragno, ha lasciato al riguardo interessanti memorie. È tra i primi amici ed estimatori del gruppo di Via Cavour (insieme a Enrico FalquiSinisgalliUngaretti).
Dal 1935 al ’38 dirige la Galleria della Cometa (nell’agosto del 1938 pubblica su “Domus” un interessante riassunto dell’attività della galleria). Così Ziveri lo ricorda in veste di direttore artistico: “Coadiuvava nella scelta degli artisti idonei, ne scriveva alcune presentazioni ottime, chiarendo l’interiorità di coloro che avevano secondo lui la convinzione assoluta d’esser pittori. Mafai fu per de Libero l’artista che più lo commuoveva per il suo incantato lirismo pittorico. Con Enrico Falqui cura, dal 1940 al ’42, l’almanacco di “Beltempo” per le Edizioni della Cometa (che fonda e dirige), nelle cui collane appaiono tra l’altro libri di Bontempelli (Introduzione all’Apocalisse), Savinio (Tragedia dell’infanzia), Beccaria (Adamo).
Un interessante libro di memorie, dal titolo Roma 1935, appare nel 1981.

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