Roma 1892 – 1961
La formazione Cipriano Efisio Oppo avviene all’Accademia di Belle Arti di Roma, sua città natale. Giovanissimo, lavora come pittore e decoratore in una galleria antiquaria, poi come caricaturista e critico d’arte per il periodico “L’Idea Nazionale”. Esordisce come pittore dopo il 1910 ed è presente a tutt’e quattro le mostre del gruppo della “Secessione” romana. Dopo la prima guerra mondiale si rivela un infaticabile organizzatore e diviene, negli anni più duri del regime fascista, un punto di riferimento imprescindibile per la cultura artistica nazionale, per la quale auspica un liberale principio di autonomia. Nel corso degli anni, oltre a ricoprire la carica di deputato al Parlamento, dove porta avanti importanti riforme del sistema artistico nazionale, viene nominato Segretario del Direttorio Nazionale dei Sindacati delle Arti Plastiche, Segretario del Consiglio Superiore delle Belle Arti, Accademico d’Italia (dal 1941) e Vice-presidente dell’E42. La Quadriennale romana, a cui lavora con l’intento di offrire uno sguardo esaustivo sul panorama dell’arte italiana del momento, risulta essere la manifestazione più riuscita degli anni ’30. Contemporaneamente, Oppo lavora si impegna nell’attività di scenografo, con la quale si assicura un vivo successo; alla metà degli anni Trenta sono già più di cinquanta le scene eseguite, fra cui si ricordano quelle per il “Don Carlos” di Verdi e “Il pirata” di Bellini all’Opera di Roma nel 1935. Molto intensa anche l’attività di critico d’arte per il quotidiano romano “La Tribuna”. Anche per via di una tale vocazione multidisciplinare, la sua attività pittorica si manifesta saltuariamente. Come pittore, tuttavia, non abusa mai della sua privilegiata posizione politica e di potere. Espone alla I Mostra del Novecento italiano, è presente alle Biennali romane e alla I Sindacale del Lazio, ma, dopo essere divenuto segretario generale del Sindacato, non espone più a nessuna delle citate manifestazioni: partecipa per la prima volta alla Quadriennale solo nel 1948. Espone però spesso a mostre internazionali, come la Biennale di Venezia, e a numerose rassegne di arte italiana all’estero, come “An Exhibition of Contemporary Italian Painting” al Baltimore Museum e al Syracuse Museum of Fine Arts del 1931-32, “L’art italien des XIX et XX siècles” al Jeu de Paume di Parigi del 1935 e alla “World’s Fair” di New York del 1939. Agli esordi la sua opera è caratterizzata da un vivace, pastoso cromatismo, con inflessioni francesi. Dopo la Grande Guerra imprime al proprio lavoro un deciso mutamento in direzione di una personale “ritorno all’ordine” costruendo l’opera attraverso un disegno nitido.