Libero De Libero, La Galleria della Cometa a Roma, «Domus» XI, p. 128. (1938).

1938

3 MAGGIO Con parate militari e manifestazioni di massa si festeggia l’arrivo di Adolf Hitler nella capitale. Nasce una celebre “pasquinata” “Roma de travertino / vestita de cartone / saluta l’imbianchino / suo urtimo padrone”.

MAGGIO Alla VIII Sindacale cominciano a manifestarsi i segni di un distacco dalle morbide ed eleganti atmosfere tonali. Sono particolarmente interessanti le opere di Pirandello (Passeggiata nel bosco) e le sculture di Antonietta Raphaël.

1 GIUGNO Alla Biennale di Venezia Alberto Ziveri e Mario Mafai dividono un’intera sala con le loro venti opere. E l’inizio di un nuovo capitolo per la pittura romana. Opere come i due autoritratti di Ziveri (all’armonium e nelle vesti di bersagliere), la Comparsa anch’esso un autoritratto e il Candelabro di Mafai appaiono ormai lontane dalla pittura di tono e dense di umori romantici e realisti.

3 GIUGNO Decreto-legge per la costruzione del primo tratto della metropolitana .

16 GIUGNO Con una mostra di Vincenzo Gemito (presentata da Savinio) la Galleria della Cometa cessa la sua attività. Nell’ultimo anno aveva presentato Arturo Tosi, Gino SeveriniFausto Pirandello, Quinto Martini, Francesco Messina, Enrico Paulucci, Luigi Montanarini, Renato Guttuso. Già alla fine dell’anno precedente aveva inaugurato con due antologiche di pittura e disegno una succursale a New York.

4 LUGLIO Alla Galleria di Roma, mostra retrospettiva di Carlo Barbieri morto tragicamente pochi mesi prima annegato nella piscina del Foro Italico dopo un banchetto per festeggiare il primo quadro venduto.

OTTOBRE Nasce intorno alla rivista “Corrente di Vita Giovanile” (finanziata da Treccani) un movimento che include anche i romani. Nel dicembre 1939 sono presenti nella mostra milanese di “Corrente” Mafai e PirandelloFazzini e GuttusoAfro e MirkoTamburi e Montanarini. Quando la rivista è soppressa, nel giugno 1940, continua a operare con mostre e pubblicazioni anche su MafaiPirandelloScipione. Nel 1941 organizza a Palazzo Reale una grande retrospettiva di Scipione.

28 OTTOBRE Libero de Libero pubblica la nuova raccolta di poesie, Testa, che tende a una poetica mitologica, a sfondo autobiografico.

NOVEMBRE “I procedimenti per la difesa della razza italiana”, emessi a seguito dell’alleanza italo-tedesca, segnano con le disposizioni antisemite un momento cruciale anche nella vita intellettuale del paese: gli artisti ebrei sono privati del diritto di esporre e minacciati di imposizioni ancor più gravi. Roberto Melli pur rimanendo a Roma riprenderà l’attività espositiva solo dopo la guerra; Corrado Cagli si trasferisce a Parigi e poi a New York; la Raphaël, che, come ebrea straniera immigrata in balia dopo il 1919, rischia l’espulsione dal paese, si rifugia con la famiglia a Genova; Quarto nel novembre del 39, sotto la protezione dei collezionisti Jesi e Della Ragione. Oltre alla diaspora degli artisti queste leggi provocano la ripresa della retorica sulla “purezza del linguaggio italiano” cavallo di battaglia di molti critici del periodo, che si battono sia contro un non meglio identificato “ebraismo artistico” sia contro il “francesismo“, la “babele pittorica“, I”‘esotismo” fino a dichiarare che tutto il “Novecento” è “fuori dal fiume sacro della tradizione“. La stampa ufficiale più accesa sostiene queste tesi con virulenza: in un lungo paradigmatico articolo pubblicato sul “Tevere” nel novembre del ’38 vengono accomunanti sotto l’etichetta di “arte straniera, bolscevizzante e giudaicaCorrado Cagli, Renato Birolli, gli astrattisti Rho, Ghiringhelli, Reggiani e Fontana, i “surrealisti” de Chirico e Carrà, e infine l’architettura razionalista di Lingeri e Terragni.

1 DICEMBRE si inaugura la Mostra del minerale, una delle tante organizzate per esaltare il lavoro italiano in tempi di autarchia, ma anche una delle poche occasioni di lavoro per gli artisti. purtroppo i bozzetti e le decorazioni realizzati per queste mostre non sono sempre reperibili. In questa edizione dovevano essere interessanti i bassorilievi di Fazzini come pure gli affreschi di Afro, opere che Pensabene definisce “deprimenti e antivitali“, “opposte nel modo più deciso a quel clima che ha creato il fascismo“. Leggiamo un brano della sua descrizione come sempre stroncatoria ma anche abbastanza sintomatica: “A questa categoria, anche troppo chiaramente appartengono quella orribile figurazione di minatori dipinta da Afro nel Padiglione del Carbone, in cui i corpi e le pietre sembra sì sciolgano in un fango rossiccio che sembra creta; quell’altra di Ziveri nel Padiglione dell’istruzione tecnica, dove la consistenza plastica è maggiore per quanto spezzata dai bianchi e neri crudissimi, ma le figure hanno un aspetto spaventosamente scimmiesco e spettrale e il bassorilievo infine dello scultore Fazzini che nel sacrario architettato da Franco Petrucci (non si sa poi perché in modo così funebre, mentre al contrario dovrebbe essere solenne ed eroico), non è che un insieme confusissimo di trafori piatti, di visi e di braccia grinzose di larve insomma, d’umanità decaduta e vista in un modo deprimente”(“Il Tevere”, 2 dicembre).

Appare la monografia di Marchiori su Scipione, nella collana “Artisti moderni italiani” curata da Giovanni Scheiwiller per l’Editore Hoepli. Scrive il critico veneto (incitato al culto per l’artista romano da un altro artista, Osvaldo Licini): “Entra nel mito dei poeti maledetti, attraverso l’aneddoto letterario o il ricordo ammirativo di chi lo vide in qualche momento ‘pittoresco’ della sua esistenza” .

Al cinema, Luciano Serra pilota di Goffredo Alessandrini (con la collaborazione di Vittorio Mussolini), interpretato da Amedeo Nazzari. Accanto, Mille lire al mese con il brillante Max Neufeld.

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