1933. La cattura di gatti destinati al comune di Littoria

1933

2 FEBBRAIO Sulla “Tribuna” appare un articolo di Marcello Piacentini relativo al progetto per la città universitaria. Vi si legge tra l’altro: “Non costruiremo facciate stempiate, costituite soltanto di vetro e d’acciaio o di grigio e monotono cemento come si usa oggi nel Nord Europa, a striscioni orizzontali senza simmetria. . . ma useremo ampi e sontuosi ingressi posti sugli assi della compostissima planimetria… Dunque edifici italianissimi anzi romanissimi…”. Dirigendo i lavori Piacentini farà comunque più di una concessione alle proposte di architetti razionalisti, che ottengono un altro buon successo nello stesso anno con la vittoria del concorso nazionale per i quattro edifici postali da erigersi a Roma. Gli appalti vendono affidati a Mario Ridolfi (piazza Bologna), Giuseppe Samonà (via Taranto) Mario De Renzi (via Marmorata), Armando Titta (via Mazzini).

21 FEBBRAIO Alla Galleria del Milione Pier Maria Bardi presenta CagliCapogrossi, Cavalli (Mostra milanese della nuova pittura romana è il sottotitolo che appare sul bollettino della galleria).

MARZO Il critico d’arte francese Waldemar George giunge a Roma, atteso da Pier Maria Bardi per esporre a Mussolini la sua teoria sull’arte “umanista” enunciata nel 1931 nel libro Profitti e perdite dell’arte contemporanea, tradotto in Italia da Ardengo Soffici. “L’arte moderna secondo George è un fenomeno di degenerazione e di materialismo“: per questo è convinto che bisogna ritornare alle proprie e uniche radici romane, e più precisamente all’arte “classica” della Roma imperiale Attuale non soltanto per il suo stile ma anche per il suo contenuto morale”. Qualche giorno dopo il suo arrivo George ha un colloquio ufficiale con Mussolini a Palazzo Venezia. Il 29 marzo il critico tiene una conferenza al Circolo Artistico in via Margutta, dove espone la sua teoria “sull’arte umanista”. Dichiara anche di essere rimasto entusiasta e profondamente interessato dalla pittura di Cagli, Capogrossi e Cavalli, nella quale ha trovato un corrispettivo pratico della sua teoria. Alla conferenza sono presenti, tra gli altri, BardiSabatelloMaccariBontempelli.

9 MARZO Alla Galleria Borghese mostra antologica di Aristide Sartorio.

3-5 APRILE Alla Galleria Sabatello si tiene l’asta del Sindacato Belle Arti con opere di scuola romana, ma anche di maestri del Novecento come de Chirico e Casorati. la particolarità dell’asta è data dai battitori, che sono scelti tra esponenti del mondo culturale e sportivo. Tra di essi troviamo Bontempelli, Pirandello, Marinetti, Panzini, Alvaro, Gallian, Moravia gli attori Sergio Tofano, Elsa Merlini, Leda Gloria, Isa Pola, il pugile Primo Carnera.

28 APRILE A Firenze si inaugura la Prima mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti. Tra i “romani” partecipano CapogrossiCavalliDonghiJanni.

MAGGIO Esce il primo numero di “Quadrante”, rivista diretta da Pier Maria Bardi e Massimo Bontempelli. Il fascicolo è interamente illustrato dai disegni di Corrado Cagli, che pubblica anche un testo teorico dal titolo “Muri ai pittori”. ” In pittura, e ormai da tempo, e sotto diversi cieli, si manifestano aspirazioni all’arte murale, all’affresco. Manifestazioni antitetiche anche se parallele nell’intenzione, per la diversa genesi geografica o spirituale. Nel primo caso sottolineo il senso culturale e snobistico che può avere l’affresco in un nordamericano affinché si noti quanto sia più spontanea la stessa aspirazione in un umbro o in un toscano. Né intendo sostenere diritti di tradizione. Ma penso al mirabile esordio dei maestri Comacini con le prime forme Romaniche, e al loro metafisico perdurare (se non è leggenda la strage subita) in comaschi del nostro secolo fino a Sant’Elia e Terragni. Quanto alla genesi spirituale alludo ai motivi che inducono alla pittura su parete. Molteplici, iniqui o giusti che siano. Iniqui motivi: quelli che sono in funzione di una accademica diagnosi dell’ultimo trentennio, e di un mediatore spirito pseudo-umanistico che porta a vagheggiare forme rinascimentali (esistono ancora preraffaelliti) traverso il caleidoscopio falso e scolastico dei bozzetti, dei cartoni degli spolveri. Giusti motivi: quelli che segnano il superamento delle forme pure e preludono a sensi di pittura ciclica; al neoformalismo classicheggiante, e arcaico, contrapponendo il Primordiale “. Cagli partecipa attivamente al discusso tema della pittura murale sia con altri articoli (tra cui sulle recenti polemiche a proposito delle pitture murali della triennale, in “Quadrante”, luglio 1933), sia dipingendo, tra il 1932 e il 1933, centinaia di metri di muro.

10 MAGGIO “Modernità” “originalità”, “perfezione tecnica”, “efficienza di produzione”, sono i quattro punti informatori del programma della V Triennale che si inaugura oggi a Milano. Con questa edizione inizia il ciclo delle Triennali Milanesi che prosegue con più vaste possibilità di sviluppo ed efficacia le precedenti rassegne delle Biennali di Monza. Mario Sironi ha il compito di ordinare le pitture murali che ornano gli ambienti del Palazzo dell’Arte nell’atrio d’ingresso troviamo così l’affresco di Corrado Cagli, Preludi della Guerra. Tra gli autori degli altri affreschi si notano: Gino Severini, Giorgio de Chirico, Massimo Campigli e lo stesso Sironi. La manifestazione è a livello internazionale, infatti sono state anche dedicate delle mostre personali alle più spiccate personalità dell’architettura moderna, tra cui Antonio Sant’Elia, Walter Gropius, Adolf Loos, André Lurcat Frank Lloyd Wright, Erich Mendelsohn e Ludwig Mies van der Rohe. L’Ente Nazionale per l’Artigianato e le Piccole Industrie partecipa all’esposizione con la collaborazione di molti artisti, tra i quelli Francesco Di Cocco, Virgilio Guzzi, Orazio Amato, Alberto Gerardi. Nella “Mostra dell’Abitazione” gli architetti romani Luigi Moretti, Mario Giulio Pediconi, Mosé Tufaroli Luciano, presentono “Casa di campagna per uomo di studio”, nel cui interno si trovano una composizione murale di Alberto Ziveri, dipinti di Mario Mafai, Francesco Di Cocco ed Angelo Canevari, ed una scultura di Pericle Fazzini.

LUGLIO Esce il primo numero del settimanale “Quadrivio”, diretto da Telesio Interlandi: si definisce “grande settimanale letterario illustrato di Roma” Sotto il titolo, una frase di Mussolini: “Voglio dirvi che ho assoluta certezza nelle forze dello spirito e della intelligenza italiana”. Il giornale, che interviene spesso sui fatti della vita politica italiana, è essenzialmente una rivista delle lettere e delle arti. Da queste pagine Melli seguirà, attraverso lunghi articoli monografici, i migliori artisti romani: nel ’33 appaiono gli articoli su Capogrossi e Cavalli, nel ’34 quello su Pirandello; nel ’35 quelli su Mafai, Marino, Janni; nel ’30 quelli su Mirko e Cagli. Il giornale recensirà in continuazione le mostre e gli avvenimenti artistici della capitate pubblicando dipinti e disegni degli artisti.

5 AGOSTO Fondazione di Sabaudia.

12 AGOSTO Gli apparecchi della trasvolata atlantica giungono nel cielo di Roma.

31 OTTOBRE CapogrossiCavalli e Melli firmano il Manifesto del primordialismo plastico uno dei pochi testi programmatici espressi dalla scuola romana. Da notare l’assenza di Cagli, che appare su posizioni distinte anche se vicine. Nel manifesto prevale la tendenza spiritualista e astratta della pittura di tono: “Noi crediamo che il principio plastico italiano, naturalmente sia il principio plastico trascendentale. […] L’arte per essere tale e rispondere alla sua finalità, sorge dal tempo in cui si manifesta che non ha spazio se non è creazione dello spirito. Ciò che ha carattere estemporaneo rimane fuori dell’arte. Pensiamo che la pittura sia giunta a massima autonomia di movimento, a estrema profondità di espressione e funzione della materia come densità ed interiorità, secondo le conquiste moderne del sentimento e del senso dello spazio vero, della luce vera che informano con immanenza di realtà plastica mai prima maggiore la nostra aderenza ai valori cosmici, essenziali, che ora si rinnovano. Desideriamo cogliere i rapporti fra il plastico e il principio spirituale del nostro tempo onde dai nuovi aspetti della realtà fluiranno i moderni miti. Vogliamo operare per il futuro, seguendo l’intuizione di attività plastiche allo spirito che le ha mosse in noi: identificare cioè la sostanza pittorica con la natura delle energie spirituali che ci premono cogliere la relazione tra il significato della forma e la natura della sostanza pittorica; superare il colore come espressione naturale; ricavare da esso un ordine, nella sua infinita varietà, identico alla sostanza della spiritualità moderna”.

9 NOVEMBRE Nel sanatorio di San Pancrazio ad Arco muore Scipione.

9 DICEMBRE Alla Galerie Jacques Bonjean di Parigi mostra di CapogrossiCavalliCagli con l’aggiunta di Ezio Sclavi (più celebre come portiere della Lazio e della Nazionale). Il catalogo è scritto da Waldemar George, che parla di una École de Rome volutamente contrapposta alla École de Paris sulla base di caratteri nazionali: “Essi sono italiani. Restano indigeni. Raggiungono l’universalità senza alterare l’idioma del loro territorio, senza deviare dalla loro linea, senza smettere di essere se stessi, senza perdere la coscienza della loro identità etnica ed estetica. Essi difendono i diritti dell’immaginazione, questa regina delle facoltà; essi rendono il loro prestigio ai valori poetici, senza dimenticare che un pittore è innanzitutto un artigiano, un operaio del pennello. Quindi tutto diviene chiaro. I sogni si incarnano, ed i miraggi prendono corpo. L’arte italiana entra in una nuova fase. Essa non mira allo stile. lo stile non è un fine a se stesso. E l’espressione di un sentimento delle cose. La giovane scuola romana segna l’avvento della composizione. Esseri umani tendono gli uni verso gli altri, comunicano, procedono a degli scambi. Questi esseri sono regolati dalla legge del gruppo. Le loro relazioni sono nell’ambito dell’azione dialogata. Non può esserci questione, di fronte alle opere dei giovani artisti romani, di un ritmo preconcetto al soggetto. Nessuno di questi artisti è illustratore. Ma tutti traducono situazioni plastiche, tutti trasmettono sensazioni di vita, tutti parlano spontaneamente la lingua del corpo e del viso umani, tutti collocano l’uomo in cima alla scala”.

Con il titolo Sentimento del tempo Giuseppe Ungaretti raccoglie i suoi versi dal 1919. Antonietta Raphaël così ricorda il poeta e la sua amicizia con Scipione: “La pittura di Scipione piaceva immensamente anche a Ungaretti che in quegli anni andava componendo la poesia di Sentimento del tempo dove c’era descritta una Roma ugualmente rossa barocca: proprio due temperamenti che si capivano“.

Al cinema si può vedere il colossal 1860 di Alessandro Blasetti, l’opera più elegante del periodo.

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